I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’|GIOVANNI EVANGELISTA

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’|GIOVANNI EVANGELISTA

L’opinione di Don Chino
2015-12-30 18:38:22

Giovanni discepolo di Gesù nato a Betsaida circa il 20 A.C. Era pescatore nel lago di Tiberiade, figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il Maggiore.
Giovanni discepolo di
Gesù  nato a Betsaida  circa il 20 A.C. Era pescatore nel lago di Tiberiade,  figlio di Zebedeo e fratello di Giacomo il
Maggiore. Forse discepolo del Battista, fu chiamato da Cristo e ne fu l’apostolo prediletto,
ricevendo tra l’altro alla morte di Gesù il compito di sostituirlo nei doveri
di figlio verso Maria. 

Secondo gli Atti
degli Apostoli ebbe incarichi direttivi a Gerusalemme. Morta Maria, la
madre di Gesù,  andò a Efeso e resse le
chiese dell’Asia. L’agiografia dice che Giovanni, perseguitato da Domiziano, uscì illeso dal martirio. Relegato nell’isola di
Patmos, (isola famosa dell’Egeo) vi avrebbe scritto l’Apocalisse. Morto Domiziano, sarebbe ritornato a Efeso e ivi
sarebbe morto quasi centenario. Oltre all’Apocalisse, la tradizione lo
dice autore anche di tre Epistole e del IV Vangelo. 
L’apostolo compare
abitualmente, con aspetto giovanile, nelle rappresentazioni plastiche e
pittoriche dell’Ultima Cena e, sempre giovane e imberbe, in quelle della
Crocifissione, ai piedi della Croce, accanto alla Vergine che spesso sorregge.
Altra rappresentazione frequentissima di San Giovanni Evangelista è quella che
lo mostra nelle sembianze di un vecchio barbuto e imponente, con accanto
l’aquila che costituisce il suo simbolo; sia giovane, sia vecchio compare
spesso nell’atto di compilare il vangelo.

 

Per la profondità speculativa dei suoi scritti
è stato tradizionalmente indicato come “il teologo” per antonomasia,
raffigurato artisticamente col simbolo dell’aquila, attribuitogli in quanto, con la sua visione descritta
nell’Apocalisse, avrebbe contemplato la Vera Luce del Verbo, come
descritto nel Prologo del quarto vangelo, così come l’aquila, si riteneva,
potesse fissare direttamente la luce solare. 
Con pochi tratti grazie alla sua
estrema capacità di sintesi Giovanni traccia la storia dell’intero universo a
partire proprio dal logos nel proverbiale “Prologo” del suo vangelo.
E qui non manca di precisare che questo logos è quel Messia già annunziato
dagli antichi profeti di Israele, cioè il Cristo che senza rimanere nel vago chiama: Gesù di Nazareth. 
“Venne  la Luce vera, quella che illumina ogni uomo.
Egli era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo
non lo ha riconosciuto. Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto.
 A quanti però l’hanno accolto ha dato di poter diventare figli di Dio, a
quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue né da volere di carne,
né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati”.
(Giovanni)

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