I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Simone Weil

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Simone Weil

L’opinione di Don Chino
2017-01-19 07:33:48

Weil, Simone (propr. Simone Adolphine), pensatrice francese è nata a Parigi

Weil, Simone
(propr. Simone Adolphine), 
pensatrice francese è nata a Parigi
 il 3 febbraio 1909, morta a Ashford (Inghilterra) il 23 agosto 1943.

Fu
pensatrice profonda e intensa tanto da dar vita nella sua breve esistenza a un
originale connubio di esperienze di riflessione filosofica e politica e di
azione solidaristica tra le più interessanti del secolo scorso.

Simone già
dall’età di dieci anni nutrì interesse per la politica mettendosi sempre
“istintivamente, più per sdegno che per pietà, al posto di quanti erano
vittima di un’oppressione”. Su posizioni vicine al sindacalismo
rivoluzionario, era continuamente intervenuta in difesa dei disoccupati del
luogo, accusata dai funzionari comunali e dai giornali locali anche di essere,
in quanto la più istruita, l’organizzatrice e l’agitatrice di tali
manifestazioni.

Aderì  nel 1932 al sindacato degli insegnanti e
continuando la sua attività politica, per comprendere le ragioni del successo
in Germania
del nazionalsocialismo, approfittò delle vacanze per
fare un viaggio al fine di conoscere il popolo 
tedesco e i movimenti di sinistra e valutare con
nuovi dati la possibilità di rivoluzione che abbattesse questo sistema.

Rientrata inFrancia, preoccupata degli sviluppi politici tedeschi in
senso nazista e con una maggior vena antistalinista per la critica al principio
di “socialismo in un solo paese”, accelerò il suo processo sociale di
formazione politica. Pur avendo ricevuto soddisfazioni dalla scuola, dove le
allieve amavano il suo metodo di insegnamento che proponeva di studiare
direttamente le opere dei grandi filosofi, le esperienze in difesa dei
disoccupati, la spinsero ad abbandonare presto l’insegnamento per vivere
direttamente la dura esperienza del lavoro manuale nelle officine Renault
 e successivamente in vari altri stabilimenti.

Fece parte
degli intellettuali e militanti della sinistra dall’onda della solidarietà
internazionale, allo scoppio della guerra civile spagnola (1936).  Intervenne sin dall’inizio al fianco del
governo repubblicano del Fronte popolare, eletto democraticamente, contro le
forze dei generali spagnoli capeggiati da Francisco Franco con il sostegno dei
fascismi europei.

Al ritorno
in Francia, attraverso l’amicizia del domenicano padre Perrin e di G. Thibon
maturò la sua crisi religiosa in senso cristiano, pur non rinunciando mai alla
fede d’origine. L’occupazione di Parigi da parte dei tedeschi allo scoppio
della seconda guerra mondiale
 e l’inizio delle persecuzioni
naziste contro gli ebrei francesi spinsero la W. a rifugiarsi a Marsiglia 
dove, esclusa dall’insegnamento, lavorò ancora in
fabbrica, ma la persecuzione estesa alla Francia di Vichy la costrinse a cercar
scampo all’estero.

Emigrata con
la famiglia negli Stati Uniti, a N
ew York, si trasferì poi in Inghilterra, dove militò a fianco
delle autorità in esilio della Resistenza francese, nel Commissariato per gli
interni e il lavoro di “France libre” guidata dal generale Ch. De
Gaulle. La salute compromessa nel duro lavoro in fabbrica fece riacutizzare la
malattia che l’aveva già colpita in precedenza: si spense nell’estate del 1943.

I suoi
scritti testimoniano la complessità del suo pensiero a vari livelli: la
dedizione a un’appassionata religiosità d’azione sociale, seguita con
straordinaria coerenza morale e attiva solidarietà; una profonda tensione
mistica, ispirata alla promozione dell’affratellamento della comunità umana;
una raffinata riflessione di filosofia politica ricca di originali intuizioni,
come il nesso tra  scienza, potere e lavoro.
 Fu una donna retta moralmente  e attenta alle classi sociali sfruttate dai
poteri dittatoriali del ventesimo secolo

“Mi sembra duro pensare che il rumore del vento tra le foglie
non sia un oracolo; duro pensare che questo animale, mio fratello, non abbia
anima; duro pensare che il coro delle stelle nei cieli non canti le lodi
dell’Eterno” (Simone  Weil).

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