I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – SANT’AGOSTINO

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – SANT’AGOSTINO

L’opinione di Don Chino
2016-02-25 07:43:08

Nato a Tagaste (Algeria) nel 354, Agostino studia retorica a Cartagine, tormentato da una profonda inquietudine e dissolutezza, come egli stesso racconta nelle Confessioni
Nato a Tagaste (Algeria) nel 354, Agostino studia retorica a Cartagine,
tormentato da una profonda inquietudine e dissolutezza, come egli stesso
racconta nelle Confessioni. A diciannove anni abbraccia il manicheismo,
religione di origine persiana largamente diffusa in Africa settentrionale,
attratto dall’importanza che questo culto sembra attribuire alla ragione. 

Insegna retorica e grammatica prima
a Tagaste poi a Cartagine. Successivamente si trasferisce a Milano, dove
l’incontro con il vescovo Ambrogio sarà
fondamentale per il suo percorso di conversione spirituale. È proprio a Milano
infatti, tra il 384 e il 386, che Agostino
approda alla fede cristiana, dopo travagliate vicissitudini
esistenziali. 
Lascia la cattedra di retore della
città e si ritira a Cassiciaco, nei pressi di Milano, dove conduce vita di
ritiro spirituale e dove scrive “Contro gli Accademici”, “La
Vita Felice”, “Sull’ordine” e i “Soliloqui”.

  

A 17 anni, per mettere un freno
all’erompente pubertà e restare in sintonia con la buona società, s’era unito
con una donna, da cui aveva avuto un figlio, Adeodato e a cui era restato sempre fedele. Dopo lunghe
esitazioni e drammatici contrasti, non senza uno straordinario aiuto della grazia di Dio, la scelta fu fatta: “Mi volgesti a te così a pieno, che
non cercavo più né moglie né altra speranza di questo mondo” (Confessioni
8, 12, 30). Era l’anno 386, inizio del mese di agosto. 
Nel 387 ottiene il battesimo proprio
da Ambrogio e lasciato Milano
per tornare a Tagaste dove si libera di tutti i beni e fonda una comunità
religiosa. Nel 391 viene ordinato sacerdote e nel 395 consacrato vescovo
d’Ippona. 
A questo periodo risalgono le sue
opere più importanti: tra il 399 e il 419 scrive “La Trinità”, opera
dogmatico-teologica; tra il 396 e il 427 “La città di Dio”, in cui
convergono considerazioni e temi a carattere storico, filosofico e teologico,
“La dottrina cristiana” e “I commenti a Giovanni”. 
“Le Confessioni”, scritte
nel 397, sono il suo capolavoro letterario. Con quest’opera Agostino inaugura un genere, quello
dell’introspezione autobiografica, che avrà grande fortuna nella letteratura
occidentale. In esse, oltre a ricapitolare la sua complessa vicenda spirituale
e di vita, formula importanti e fondamentali considerazioni a carattere
filosofico e teologico. Notevolissima la sua teoria sulla relazione fra tempo,
eternità e creazione. 
Muore nel 430 durante l’assedio di
Ippona da parte dei Vandali.

  

“Tardi ti ho amato, bellezza così antica
e così nuova, tardi ti ho amato. Tu eri dentro di me, e io fuori. E là ti
cercavo. Deforme, mi gettavo sulle belle forme delle tue creature. Tu eri con
me, ma io non ero con te. Mi tenevano lontano da te quelle creature che non
esisterebbero se non esistessero in te. Mi hai chiamato, e il tuo grido ha
squarciato la mia sordità. Hai mandato un baleno, e il tuo splendore ha
dissipato la mia cecità. Hai effuso il tuo profumo; l’ho aspirato e ora anelo a
te. Ti ho gustato, e ora ho fame e sete di te. Mi hai toccato, e ora ardo dal
desiderio della tua pace”. 
(Sant’Agostino –Le Confessioni)

 

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