I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Rigoberta Menchu’ Tum

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Rigoberta Menchu’ Tum

L’opinione di Don Chino
2017-06-22 08:29:17

Rigoberta indigena è nata il 9 gennaio 1959 nel comune di Laj Chimel, nella provincia di San Miguel de Uspantán, nella terra del mais, in Guatemala.

Rigoberta indigena è
nata il 9 gennaio 1959 nel comune di Laj Chimel, nella provincia di San Miguel
de Uspantán, nella terra del mais, in Guatemala. E’ cresciuta tra le montagne
di Quiché e le fattorie della Costa Sur, zona nella quale, anno dopo anno
arrivano per lavorare migliaia di indigeni, solo per un misero salario nelle
ricche terre dei grandi latifondisti dove si producono prodotti come caffè,
zucchero, cotone e altri prodotti da esportazione.

Figlia di due persone
in vista nella sua comunità, Vicente Menchú un combattente per la terra e per i
diritti dei suoi fratelli indigeni e Juana Tum K’otoja’, un’esperta in
assistenza al parto. Sin da piccola apprese dai genitori il rispetto e l’amore
per la natura, la sacralità dei luoghi in cui viveva e la vita collettiva delle
diverse comunità indigene.

Ma sin da bambina
conobbe molte ingiustizie, la discriminazione, il razzismo e lo sfruttamento
che mantiene sotto la soglia di povertà migliaia di indigeni in Guatemala. La
miseria la obbligò a cercare una fonte di guadagno nella capitale per aiutare i
genitori e i suoi fratelli, ma fu nelle comunità indigene dove ha imparato a
difendersi organizzandosi.

Nella lotta per la
terra perse suo fratello maggiore, Patrocinio, sequestrato dall’esercito il 9
settembre 1979 e presumibilmente ucciso, sebbene ancora non si conosca il luogo
dell’accaduto. Quattro mesi dopo, il 31 gennaio 1980 perse suo padre, che morì
bruciato vivo con altre 36 persone nel massacro all’Ambasciata di Spagna.

La madre venne
sequestrata il 19 aprile dello stesso anno e anche se esistono diverse versioni
riguardo il suo assassinio ancora non si sa dove sia morta ne’ dove siano i
suoi resti. Un altro fratello, Victor, venne assassinato dall’esercito l’8
marzo del 1983.

Sono questi gli
elementi che costituiscono la base della sua ricerca della Giustizia Universale
e la lotta contro l’impunità che porta avanti Rigoberta, la quale riuscì a
scappare da un’orrenda politica di terrore instaurata in Guatemala e continuò,
fino a che le circostanze glielo permisero, a lavorare e organizzare la sua
gente a resistere allo sterminio avviato dallo Stato.

Andò in esilio in
Messico nel 1981 e lì continuò instancabilmente il suo lavoro di denuncia del
Genocidio in Guatemala e cominciò anche la conoscenza profonda e la lotta
all’interno della comunità internazionale a favore del rispetto e per il
riconoscimento dei diritti dei Popoli Indigeni del Mondo.

Partecipa dal 1982
nelle sessioni annuali della Sottocommissione di Prevenzione delle
Discriminazioni e Protezione delle Minoranze della commissione per i Diritti
Umani dell’ONU.

Sono stati proprio il
suo lavoro e la sua lotta per il rispetto dei diritti umani, in special modo
per quelli delle Popolazioni Indigene a farle vincere il Premio Nobel per la
Pace nel 1992 e da allora Rigoberta Menchú Tum continua nella sua missione
universale visto che, come lei stessa afferma: “Finché vivrò, il Premio Nobel
che ho ricevuto avrà un senso”. E’ ancora vivente in Gautemala dove lotta per i
diritti umani

“Quando qualcuno si vergogna delle proprie radici
o si sente superiore alle culture altrui,
l’umanità fa un passo indietro”. (Rigoberta Menchù Tum)

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