I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Pablo Picasso

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Pablo Picasso

L’opinione di Don Chino
2016-03-30 22:14:54

Picasso, nasce a Malaga nel 1881, fa le sue prime esperienze artistiche in Spagna. A Barcellona, frequenta un gruppo di giovani artisti e familiarizza con le forme e i temi del modernismo catalano
Picasso, nasce a Malaga nel 1881, fa le sue prime
esperienze artistiche in Spagna. A Barcellona, frequenta un gruppo di giovani
artisti e familiarizza con le forme e i temi del modernismo catalano. Già nel 1897
dichiara in una lettera a un amico di non voler aderire a nessuna scuola e di
non voler seguire le mode pittoriche. Quello che cerca è un’espressione
originale, anche se passeranno alcuni anni prima che possa raggiungere uno
stile personale. 

Verso il 1907 Picasso inizia un grande quadro. Produce
numerosissimi schizzi, disegni, bozzetti, dipinti, perfino sculture, in cui
studia una scena ambientata in un bordello: si vedono due uomini – eliminati
nella versione finale – e cinque figure femminili, tendaggi ai lati e una
natura morta. Attraverso vari passaggi, Picasso rende spigolosi i contorni
delle figure, semplici e scultoree le masse, eliminando ogni particolare
descrittivo e dando ad alcuni personaggi il volto mostruoso e innaturale che
gli ispirano le maschere tribali africane. 
 Si tratta di quadri che creano sconcerto in chi lo
vede, per l’assoluta novità delle forme: invece di essere bello o piacevole,
sprigiona una energia primitiva, dissonante, che si può paragonare a quella
della contemporanea musica di Stravinskij. 
Negli stessi anni, i primi del Novecento, il musicista
e il pittore aprono nuovi orizzonti all’espressione artistica, superando i
canoni tradizionali e manipolando i mezzi a loro disposizione per creare ritmi
e armonie inediti: nasce l’arte contemporanea, il cubismo. 
Lavorando sulla natura morta, Picasso
sperimenta il filone degli strumenti musicali, in particolare le chitarre,
spesso associate alle fattezze del corpo umano. Non si limita solo a
dipingerle: incollando tra loro vari pezzi di materiali ritagliati, crea
originali sculture. La trasformazione tridimensionale della tecnica cubista. 
Pur evolvendosi, l’invenzione cubista
accompagnerà Picasso anche quando, a partire dagli anni Venti, egli sperimenta
il ritorno a un’arte classica, ispirata a forme solide e imponenti dipinte o
disegnate secondo modalità più tradizionali. Artista ormai libero di esprimersi
secondo l’ispirazione del momento, Picasso può passare con disinvoltura dai
dipinti figurativi di bagnanti sulla spiaggia a sintetiche composizioni cubiste
a due o tre colori dalle forme stilizzate più o meno riconoscibili, o a
sculture in bronzo, modellate o composte con oggetti e materiali che – una volta
assemblati – creano forme nuove. 
Verso la fine della sua vita il suo modo
di dipingere si fa più istintivo e tormentato, i contorni non sono netti, i
colori non più puri. Nel 1973, quando si spegne all’età di novantadue anni,
Picasso è  
ricordato come il maestro
d’invenzioni. 
“Ci sono pittori che trasformano il sole in una macchia
gialla, ma ci sono altri che con l’aiuto della loro arte e della loro intelligenza, trasformano una macchia gialla nel
sole.”
  
(Pablo Picasso).

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