I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Mons. Oscar Romero

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Mons. Oscar Romero

L’opinione di Don Chino
2018-05-24 17:37:22

Oscar Arnulfo Romero, nato cento anni fa, il 15 agosto 1917

Oscar Arnulfo
Romero, nato cento anni fa, il 15 agosto 1917, assassinato sull’altare il 24
marzo 1980, fu beatificato solo nel 2015 per volontà di Papa Francesco e a
ottobre di quest’anno verrà dichiarato santo.
 Egli fu “diffamato, calunniato, infangato” dopo la morte, come ha denunciato lo
stesso Pontefice latino-americano, tanto che il suo martirio continuò anche da
parte di suoi fratelli nel sacerdozio e nell’episcopato. 

La figura di Romero ha toccato i drammi di
un’epoca e di un continente, la sua memoria è stata spesso controversa. Quando,
nel 1977, Paolo VI lo nominò Arcivescovo di San Salvador, era conosciuto come
un “conservatore”, gradito alle oligarchie al potere nel paese. Nel corso del
tempo, Romero cominciò a denunciare
pubblicamente i soprusi del regime, senza peraltro tacere delle violenze dei
guerriglieri verso i campesinos.
L’Arcivescovo era convinto che la
guerra civile in El Salvador scaturiva dalle ingiustizie sociali, protratte dai latifondisti e per questo puntò
il dito contro la giunta militare al governo.

Arrivò a leggere durante la predica
domenicale in cattedrale i nomi delle persone torturate, ammazzate o fatte
sparire (desaparecidos) nel corso della settimana. La sua fu una sorta
di conversione, seguendo il Vangelo a servendo il popolo di Dio. Il suo
assassinio maturò nell’ambito di questi latifondisti terrieri che non
tolleravano che un vescovo difendesse i poveri da loro sfruttati, umiliati e
spesso anche uccisi  o fatte perdere le
loro tracce.     

Domenica 23 marzo 1980 monsignor Romero si
rivolse all’esercito: “Vi chiedo, vi
imploro, vi ordino: in nome di Dio cessi la repressione!”. L’indomani un killer
prezzolato sparò all’arcivescovo mentre celebrava Messa nella cappella
dell’ospedale della Divina Provvidenza.
Non aveva taciuto.

Papa Francesco, disse che mons. Romero fu
martire anche dopo la sua morte: “Un uomo che ha continuato a essere martire
per le calunnie di molti. Ora credo che più 
nessuno osi… Dopo aver dato la sua vita ha continuato a darla
lasciandosi colpire da tutte le incomprensioni. Solo Dio sa la storia delle
persone, e quante volte le persone che hanno già dato la loro vita continuano a
essere lapidate con la pietra più dura che esiste nel mondo: la lingua”.

 Di certo la figura di Romero ancora
oggi turba alcuni animi. Il suo messaggio
era radicalmente evangelico.
Affermava pubblicamente: “A volte cresciamo
nella religione senza comprendere che il vangelo è vita. Alcuni praticano la
religione con la convinzione che Dio è con loro soltanto perché detengono un
qualche potere: poco importa se hanno o se non hanno fede, poco importa
l’immortalità dei loro atti. Gesù chiamato costoro “ipocriti”, ovvero uomini
chiusi al richiamo di conversione rivolto loro dai profeti, perché persuasi che
quel richiamo non li riguardi. Infatti, si credono benedetti da Dio tramite le
ricchezze che possiedono o il potere che hanno ricevuto, basandosi sulla
certezza che “ogni potere viene da Dio”.

 E
ancora: “Alcuni di noi, portati da una pratica della religione fiacca e
superficiale, crediamo di avere un cuore aperto a Dio perché andiamo a messa
alla domenica, anche se ci arriviamo in ritardo (…). La conversione comincia
quando ci rendiamo conto che siamo stati ipocriti, cocciuti nelle nostre
opinioni, caparbi nelle nostre cattive azioni. Allora l’umiltà apre breccia nel
muro che ci faceva credere “giusti”; allora agisce anche l’amore che ci conduce
verso il suo termine che è Dio. Allora, infine, scopriremo che Dio non è mai
stato lontano da noi”Queste parole del vescovo Romero erano come “pietre” che colpivano i
benestanti che facevano la loro fortuna economica sulla pelle di poveri.

 

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