I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Lina Cavalieri

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Lina Cavalieri

L’opinione di Don Chino
2017-05-31 16:28:40

Lina (Natalina) Cavalieri, sata a Viterbo, il 25 dic. 1874.

Lina (Natalina) Cavalieri,  sata a Viterbo, il 25 dic. 1874. Costretta a
guadagnarsi da vivere, cominciò dapprima a vendere violette, poi a soli tredici
anni lavorò come piegatrice di giornali alla Tribuna di Roma.
Trasferitasi con la famiglia in una modesta casa del rione Esquilino, cominciò
a frequentare il luna park di piazza Guglielmo Pepe, ove quasi per gioco fece
le sue prime esperienze canore. 

Nel 1887, favorita dalla straordinaria bellezza più
che da effettive qualità interpretative, fu notata da Nino Cruciani mentre si
esibiva nei capannoni di porta Salaria e immediatamente scritturata per il
caffè concerto di piazza Esedra. Fu questa la sua prima vera affermazione e
l’inizio d’una carriera imprevedibile, che la portò dapprima sulle scene del
Grande Orfeo, ove si esibivano artisti già affermati e di fama internazionale.

Divenuta in breve uno dei personaggi più popolari
della Roma umbertina, non poteva non approdare a quello che veniva considerato
il tempio del caféchantant, cioè al già celebre Salone
Margherita, dove per vari anni si esibirono i più grandi esponenti del
cosiddetto teatro minore italiano. Passò poi a Napoli e, ormai definitivamente
affermata, decise di affrontare il pubblico parigino; scritturata infatti dalle
Folies-Bergères riportò un successo entusiastico.

Divenuta rapidamente una diva di prima grandezza, Lina
cominciò a essere contesa da molti altri teatri di varietà europei; venne
infatti scritturata dall’Empire di Londra, sulle cui scene si rinnovarono
unanimi consensi del pubblico e della critica, che contribuirono ad alimentare
la rivalità con altre celebri dive.

Il suo esordio nel teatro lirico ebbe luogo
nell’aprile del 1900 quale protagonista della Bohème di Puccini al
teatro S. Carlo di Napoli e il successo riportato le schiuse le porte dei
maggiori teatri del mondo. Nella stagione 1900-1901 si esibì sulle scene del
teatro Imperiale di Varsavia, all’Aquarium di Pietroburgo.

Iniziata la carriera di cantante lirica in ruoli
adatti alla sua voce, naturalmente limpida e gradevole, ma piuttosto limitata
nell’estensione e nel volume,  il
passionale temperamento sorretto dalla caparbia volontà di riuscire e da una
incontestabile presenza scenica, la spinsero a passare dal repertorio di
soprano lirico e leggero, cui le qualità vocali l’avevano inizialmente
indirizzata, a ruoli più complessi in cui meglio poteva manifestare il suo
forte temperamento drammatico, sorretta in questo dalla sottile astuzia di
mestiere maturata negli anni trascorsi.

Fu così un’ottima Tosca e un’indimenticabile Fedara,
ruolo in cui riversò tutta la passionalità del suo temperamento drammatico,
rivelatosi poi anche nell’Adriana Lecouvreur, che fu uno dei suoi
cavalli di battaglia. Indubbiamente le fu di grande aiuto la bellezza superba,
per cui venne definita da Gabriele D’Annunzio “la massima testimonianza di
Venere in terra”. 

Negli ultimi anni della sua vita Lina Cavalieri visse nella villa Cappucina presso Rieti, dove aveva raccolto i numerosi cimeli della sua vita professionale. Morì nella sua villa a Firenze, dietro al Poggio Imperiale, in occasione di un bombardamento aereo Alleato l’8 febbraio del 1944.

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