I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Giovanni Maria Vianney – il curato d’Ars

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Giovanni Maria Vianney – il curato d’Ars

L’opinione di Don Chino
2016-05-25 08:28:58

Nato l’8 maggio 1786 a Dardilly, vicino a Lyon, in una famiglia di agricoltori, Giovanni Maria Vianney ebbe un’infanzia segnata dal fervore e dall’amore dei suoi genitori.

Nato l’8 maggio 1786 a Dardilly, vicino a Lyon, in una famiglia di
agricoltori, Giovanni Maria Vianney ebbe un’infanzia segnata dal fervore e
dall’amore dei suoi genitori. La Rivoluzione francese influenzerà ben presto,
tuttavia, la sua fanciullezza e adolescenza: farà la prima confessione ai piedi
del grande orologio, nella sala comune della sua casa natale e non nella chiesa
del villaggio, e ad impartire l’assoluzione sarà un prete “clandestino”.
A 17 anni Giovanni-Maria decide di rispondere alla chiamata di Dio: “Vorrei
guadagnare delle anime al Buon Dio”, confiderà alla madre, Maria Béluze. Ma per
due anni suo padre si oppone a questo progetto: c’è bisogno di braccia per
mandare avanti il lavoro dei campi. Così è a 20 anni che Giovanni Maria
comincia a prepararsi al sacerdozio, presso l’abbé Balley, parroco d’Écully. Le
difficoltà che incontra contribuiscono a farlo crescere: passa dallo scoraggiamento
alla speranza. Fu ordinato prete nel 1815, viene inviato come vicario ad
Écully.
Nel 1818 viene mandato ad Ars. Là risveglia la fede dei parrocchiani con la sua
predicazione, ma soprattutto attraverso la preghiera e il suo stile di vita. Si
sente povero di fronte alla missione da compiere, ma si lascia afferrare dalla
misericordia di Dio. Restaura ed abbellisce la chiesa, fonda un orfanotrofio
(“La Provvidenza”) e si prende cura dei più poveri.
Molto presto la sua fama di confessore attira da lui numerosi pellegrini che
cercano il perdono di Dio e la pace del cuore. Assalito da molte prove e
combattimenti spirituali, conserva il suo cuore ben radicato nell’amore di Dio
e dei fratelli. La sua unica preoccupazione è la salvezza delle anime. Le sue
lezioni di catechismo e le sue omelie parlano soprattutto della bontà e della
misericordia di Dio.
Per tre volte aveva tentato di fuggire dalla sua parrocchia, ritenendosi
indegno della missione di parroco e pensando di essere più un impedimento alla
Bontà di Dio che uno strumento del suo Amore. L’ultima volta fu meno di sei
anni prima della morte. Fu ripreso nel mezzo della notte dai suoi parrocchiani
che avevano fatto suonare le campane a martello. Ritornò allora alla sua chiesa
e riprese a confessare, fin dall’una del mattino. Dirà il giorno dopo: “sono
stato un bambino”. Alle sue esequie c’erano più di mille persone e tra esse il
vescovo e tutti i preti della diocesi, venuti ad onorare colui che consideravano
già il loro modello.
Beatificato l’8 gennaio 1905, nello stesso anno viene dichiarato “patrono
dei preti francesi”. canonizzato nel 1925 da Pio XI (lo stesso anno di Santa Teresina del Bambino Gesù), nel
1929 sarà proclamato “patrono di tutti i parroci del mondo”. Il papa Giovanni
Paolo II è venuto ad Ars nel 1986°
venerare il santo curato.

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