I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ |GESU’ DI NAZARET

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ |GESU’ DI NAZARET

L’opinione di Don Chino
2015-12-22 09:46:55

Centinaia di anni prima della nascita di Gesù, la Scrittura registra le parole dei profeti d’Israele che predissero la Sua venuta. L’Antico Testamento, scritto da diverse persone in un periodo di 1.500 anni, contiene più di 300 profezie che descrivono in dettaglio la Sua venuta
Centinaia di anni prima
della nascita di Gesù, la Scrittura registra le parole dei profeti d’Israele
che predissero la Sua venuta. L’Antico Testamento, scritto da diverse persone
in un periodo di 1.500 anni, contiene più di 300 profezie che descrivono in
dettaglio la Sua venuta. Tutti questi dettagli si sono avverati, compresa la
Sua nascita miracolosa, la sua morte e la sua risurrezione. 

Basta dare uno sguardo alla vita e all’impatto straordinario di Gesù di
Nazareth nella storia per rendersi conto che sia Lui sia il Suo messaggio
producono sempre grandi cambiamenti nella vita di uomini e nazioni. Ovunque è
arrivato ed è stato accettato il Suo insegnamento sono stati riconosciuti i
diritti umani, venne soppressa la schiavitù e affermato il valore di ogni
persona. 
Gesù si distingue per una straordinaria
relazione tra il messaggio che porta e il linguaggio fresco, poetico, incisivo,
coinvolgente per la capacità di parlare al cuore delle persone. Un maestro
originale Il primo elemento che caratterizza Gesù educatore è proprio questo
elemento: egli fu capace di passare da un’educazione ricevuta circa la Legge,
sia in famiglia, sia nella sinagoga, ad un insegnamento del tutto originale.
Appare del tutto naturale domandarsi: tale esito fu frutto solo dell’educazione
ricevuta oppure vi era un’eccedenza qualitativa?  
E da quale esperienza proveniva? Il
vangelo di Luca, nella sua continuità narrativa rispetto ai racconti
dell’infanzia, mostra come quella sapienza di cui Gesù si rivela ripieno nella
fase di crescita, si manifesti poi lungo tutto il ministero successivo e derivi
da quella relazione che era profeticamente indicata nel suo rapporto con
il  Padre. Di fronte alle sue parole, le
folle riconoscono che lui parla con autorità e credibilità.

  

Gesù, in altre parole, si manifesta pieno
di una Sapienza che non deriva solo da esperienze umane, ma dalla relazione
singolare con il Padre: così nell’inno di giubilo egli si qualifica come colui
che vive di una relazione con il Padre sconosciuta ai sapienti e agli
intelligenti di questo mondo. Ancora una volta emerge un livello di conoscenza
e di saggezza profonda sul senso della vita. La pedagogia di Gesù si distingue
dunque da quelle dei maestri del suo tempo sia per il livello di profondità,
che nasce dall’intenzione di fare la volontà di Dio, sia per la qualità, la
modalità e lo stile del suo modo di educare.

 

I discepoli di Emmaus: “Non sentivamo forse
ardere il cuore dentro di noi mentre egli ci parlava per la via e ci spiegava
le Scritture?”. Nel loro compagno di strada, i due discepoli non avevano
riconosciuto il Signore risorto, ma avevano sentito, dentro di loro, qualcosa
che gli riscaldava il cuore. Che li toccava nel profondo. 
Fabrizio de André così presenta Gesù: “Non intendo cantare la gloria né invocare
la grazia e il perdono di chi penso non fu altro che un uomo come Dio passato
alla storia ma inumano è pur sempre l’amore di chi rantola senza rancore perdonando
con l’ultima voce chi lo uccide fra le braccia di una croce”. Questo cantautore, non credente nella divinità di Gesù, lo definisce
maestro d’amore dell’umanità. 

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