I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Chiara Castellani

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Chiara Castellani

L’opinione di Don Chino
2017-10-25 18:18:10

Chiara Castellani nasce a Parma il 23 novembre 1956.

La misericordia di una
missionaria laica

Chiara Castellani  nasce  a Parma il 23 novembre 1956. Aveva soltanto sette anni quando
decide che un giorno, da grande, avrebbe dedicato tutto il suo impegno ai
poveri popoli dei Paesi in Via di Sviluppo. Chiara trae la sua forza da una
famiglia unita, che ha saputo insegnarle i valori della fede e della carità
verso i meno fortunati.

E’ con queste convinzioni che si iscrive alla facoltà
di medicina, con il più grande desiderio di partire missionaria appena
possibile. Tramite l’Aifo, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau,
l’esile dottoressa dalla forza grandiosa, accetta di gestire l’ospedale di
Kimbau in Congo.

Chiara afferma che l’istruzione di un popolo è la
chiave dello sviluppo. Già al suo arrivo nel Paese la circostanza si è mostrata
drammatica: condizioni di povertà estreme, villaggi costituiti da capanne ed un
solo ospedale, neppure attrezzato, senza luce e acqua, né tantomeno un
microscopio.

Chiara opera i suoi pazienti in condizioni di disagio
estremo, nessun altro medico è disponibile nel raggio di cinquemila chilometri
quadrati. Sono  presenti solamente dei
centri sanitari sparsi nella zona che non garantiscono una reale cura ed
assistenza, gestiti da suore missionarie che tentano di fornire le prime cure
come meglio possono.

Purtroppo le condizioni igieniche e la mancanza di
acqua potabile diffondono epidemie spesse volte mortali: malaria, tubercolosi,
filaria, la malattia del sonno, nonché la diffusione dell’AIDS  per
assenza di prevenzione.

E’ proprio durante la missione in Africa che Chiara è
vittima di un brutto incidente in macchina.  Le viene amputato il braccio destro. Così
ricorda quel momento: “Ho vissuto in due paesi in guerra, Nicaragua e Congo,
ho amputato arti maciullati da mine, poi per uno scherzo del destino (ma forse
era un disegno di Dio?) è successo a me. Fa bene a un medico trovarsi almeno
una volta nella vita dall’altra parte del bisturi”
. Eppure questo non ha
fermato la sua determinazione e adesso, nella sala operatoria dell’ospedale di
Kimbau è la voce guida della mano che opera.

Dà inizio al progetto di formazione per infermiere ed
ostetriche:“Io qua a Kimbau mi sento a casa, io tra gli “ultimi” , io come
gli “ultimi” vivo a fondo la mia vita e la mia professione”
spiega ancora
Chiara, con una luce negli occhi che racchiude tutto l’amore del mondo per il
suo lavoro, ma soprattutto per la sua Africa.

Attualmente è molto impegnata in progetti di educazione
per istruire le donne nell’assistenza sanitaria, come infermiere ma anche come
ostetriche. Ritiene, infatti, che le donne sono per natura portate
all’assistenza dei più deboli, per le qualità materne ed emotive innate e che
sia giusto offrire loro una formazione adeguata, affinché possano accudire i
malati nel modo più giusto possibile.

Troppe morti conseguenti al parto devastano il Paese,
per mancanza di strutture e di professionale medico. I neonati nascono spesso
in capanne di legno, con il tetto in paglia, senza norme igieniche, con l’aiuto
di anziane levatrici spesso analfabete. Una delle tante emergenze che esistono
in Congo e che Chiara  intende debellare
con forza ed immenso sacrificio.

A cinquant’anni
mi arrogo il diritto di sognare, il diritto di essere una visionaria. Perché se
non sognassi, in nome di tutti loro, un futuro diverso, di promozione umana,
avrei mollato, mi sarei tirata indietro. Il coraggio di sognare è il motore
della mia vita, anche oggi!”
  (Chiara
Castellani)