I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Alessandro Manzoni

I GRANDI MAESTRI DELL’UMANITA’ – Alessandro Manzoni

L’opinione di Don Chino
2016-08-18 14:43:36

Alessandro nacque a Milano nel 1785 e morì ivi 22 maggio 1873. E’ stato uno scrittore, poeta e drammaturgo.
Alessandro nacque a Milano nel 1785 e morì ivi 22 maggio 1873. E’ stato uno scrittore, poeta e drammaturgo.

A vent’anni, nel 1805, dopo alcuni anni di collegio, andò a vivere a Parigi
con la madre, Giulia Beccaria, separata dal papà. Recuperò con lei un rapporto
affettivo significativo. Rimase a Parigi per cinque anni, avvicinò ambienti
intellettuali e ebbe modo di conoscere la più avanzata ricerca filosofica e
letteraria dell’Europa del tempo.

Alessandro si appassionò alla cultura del romanticismo facendosi interprete
delle idee e dei sentimenti dei lettori. Nello stesso tempo avvenne la sua
conversione religiosa: subentrò in lui l’interesse per le tematiche religiose
che portarono lo scrittore a professare la fede cattolica.

Tornato a Milano ed elaborò le sue idee estetiche e religiose e definì la
propria fisionomia di scrittore impegnato a verificare la verità della vita sui
fatti e i personaggi della storia. Tra il 1812 e il 1827 compose e pubblicò le
sue opere più importanti, trasferendo nelle poesie, nelle tragedie e infine ne I
promessi sposi
, la sua fede religiosa, l’impegno civile e la grande
padronanza delle forme espressive.

Attraverso il raccoglimento e la meditazione dà origine agli Inni sacri,
con l’intento di celebrare le maggiori festività cristiane. Per lo scrittore
non si tratta di illustrare alcuni momenti culminanti della vita liturgica
quali Il Natale, La Pentecoste e La Risurrezione e di cogliere il
significato di eventi che non si sono compiuti una volta per sempre, ma che si
ripetono giornalmente nella vita di tutti gli uomini rinnovando l’incontro tra
il divino e l’umano.

Alla produzione letteraria Manzoni affiancava una costante riflessione sulle
caratteristiche e sui motivi della sua scrittura: intorno al 1820 egli formulò
in modo piuttosto chiaro una sua poetica, indicando quale dovesse essere il
contenuto delle composizioni drammatiche e dei romanzi, due generi letterari
verso i quali in quegli anni aveva indirizzato i suoi interessi:

Con Adelchi (1820-22) Manzoni approfondì il lavoro sul fondamento
storico della tragedia. Partendo dalla narrazione della triste vicenda storica
della regina Ermengarda, s’inoltra nell’analisi dei sentimenti: da una parte
l’ideale morale incarnato dalla virtù incontaminata dei principi Adelchi
dall’altra la realtà politica dominata dalla smania di potere del re longobardo.

Il Manzoni è uno dei nostri più importanti scrittori italiani. Sperimentò
vari generi letterari, ma il capolavoro che lo rese celebre fu il romanzo “I
promessi sposi”. Con esso realizzò un modello per la futura narrativa italiana.
 Finge di aver scoperto un manoscritto
del 17°secolo e di averne voluto trascrivere il testo, modificandone, però, il
linguaggio, troppo retorico e ricercato per essere compreso da un lettore
dell’Ottocento. Il romanzo è ambientato nella campagna lombarda del lecchese
tra il 1628 e il 1630, in anni oscuri e difficili per tutta la regione,
devastata dalla guerra dei Trent’anni, e stremata dalla carestia e dalla
pestilenza.

Il nucleo centrale della narrazione è la storia di due umili popolani, Renzo
e Lucia, impossibilitati a sposarsi per il capriccio di un signorotto, Don
Rodrigo che, invaghitosi della giovane, cerca di impedire il suo matrimonio.
Manzoni sceglie di usare uno schema romanzesco tradizionale – quello di due
giovani innamorati che solo dopo varie peripezie riescono a sposarsi – depurandolo
da elementi fantastici o avventurosi e finalizzandolo alla descrizione dei più
saldi valori morali.

 Quella di Renzo e Lucia non è
un’avventurosa esperienza d’amore, ma una difficile conquista di pace e di
felicità, perseguite con impegno e senso del dovere in una realtà dominata
dall’ipocrisia, dalla prepotenza del potere dei forti sui deboli.

“Dio… non turba mai la gioia dei suoi
figli, se non per prepararne loro una più certa e più grande”. (Alessandro
Manzoni)

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