I GRANDI MAESTRI DELL’ UMANITA’ – Evita Peron

I GRANDI MAESTRI DELL’ UMANITA’ – Evita Peron

L’opinione di Don Chino
2017-03-30 07:28:14

Eva Maria Ibarguren Duarte nasce il 7 maggio 1919 a Los Toldos (Buenos Aires, Argentina).

Eva Maria Ibarguren
Duarte nasce il 7 maggio 1919 a Los Toldos (Buenos Aires, Argentina).

E’ una ragazza
sognatrice, molto romantica e sensibile  e portata a vivere i sentimenti con tutta la
pienezza possibile. Tutte le cose e gli incontri  accendono immediatamente la sua sfrenata
fantasia. Insomma, è ambiziosa e arrivista.

Trascura la scuola, ma
in compenso si dedica alla recitazione con la speranza di diventare una grande
attrice, più per essere ammirata e idolatrata che per amore dell’arte. Inoltre,
come di prassi, si mette spasmodicamente alla ricerca del classico “buon
partito”. Dopo infruttuosi tentativi fra direttori di aziende, dirigenti
delle ferrovie e grandi proprietari terrieri si trasferisce a Buenos Aires.

Conosce il giovane
Peron. Ma chi era e che ruolo aveva Peron all’interno dell’Argentina? Malvisto
dai democratici, che lo accusavano di essere un fascista e ammiratore di Mussolini,
si manteneva saldamente al potere delle forze armate. Nel 1945, però, un colpo
di mano all’interno dell’esercito costringe Perón a dimettersi dalle sue
cariche e viene addirittura arrestato.

Liberato anche per
l’interessamento  di Evita, il 22 ottobre
1945, i due si sposano. E’ la coronazione di un sogno, un traguardo raggiunto.
E’ ricca, ammirata, agiata e soprattutto moglie di un uomo potente. Nel 1946
Perón decide di candidarsi alle elezioni politiche. Viene eletto Presidente.
Evita esulta, soprattutto perché vede accrescere il suo potere personale,
esercitato all’ombra del marito.  Accanto
al marito si dedica con attenzione ed entusiasmo ai poveri che subito
l’apprezzano e la ritengono la loro salvatrice.

Purtroppo, dopo qualche
anno di una vita così appagante ed intensa, si profila l’epilogo, sotto forma
di banali disturbi all’addome. I medici scoprono trattarsi in realtà di un tumore all’utero in stato avanzato. Evita,
inspiegabilmente, rifiuta di farsi operare, accampando la scusa che non vuole
restare confinata a letto quando intorno c’è così tanta miseria e dichiarando
che la gente ha bisogno di lei.

Le sue condizioni
rapidamente peggiorarono, aggravate dal fatto che ormai non tocca praticamente
cibo. Il 3 novembre 1952 finalmente accetta di farsi operare, ma ormai è troppo
tardi. Le metastasi tumorali riprendono a farsi vive solo pochi mesi dopo.

Prima di morire  Evita vuole comunque avere il marito accanto e
stare da sola con lui. Il 6 luglio, a soli 33 anni, Evita muore, assistita solo
dalle amorevoli cure della madre e delle sorelle.

Perón, apparentemente
impassibile, fuma nel corridoio attiguo. I poveri, i disadattati e la gente
comune cadono nella disperazione. La Madonna degli umili, com’era stata
soprannominata, scompariva per sempre e così la sua volontà di aiutarli.

Una delle battaglie
combattute e vinte da Evita Perón fu quella che portò al riconoscimento
dell’uguaglianza dei diritti politici e civili tra gli uomini e le donne, con
la legge 13.010
presentata il 23 settembre del 1947. Il suo impegno per la dignità della donna
fu costante e la condusse nel 1949 alla fondazione del Partito Peronista Femminile.

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