I furbetti del cartellino

I furbetti del cartellino

Italia Parallela
2016-02-11 09:59:05

Le fiamme divampano quando il fatto accade, poi passano i giorni e il silenzio fa da pompiere. E’ accaduto e accade quasi sempre che le notizie scandalose che fanno scalpore all’inizio siano poi immediatamente messe a tacere da altre. Così va il mondo, purtroppo.
Le fiamme divampano quando il fatto accade, poi passano i giorni e
il silenzio fa da pompiere. E’ accaduto e accade quasi sempre che le notizie
scandalose che fanno scalpore all’inizio siano poi immediatamente messe a
tacere da altre. Così va il mondo, purtroppo.

  

Timbravano il cartellino per poi tornare a casa, fare shopping o
addirittura per andare a caccia. Sono sette
impiegati del Comune di Pachino, scoperti e denunciati dalla guardia di finanza
di Siracusa per truffa. Si tratta di un dirigente e sei dipendenti presso gli
uffici Agricoltura, Sportello unico attività produttive (Suap) e
Commercio. L’operazione è il risultato di una indagine durata circa 20
giorni, con l’ausilio di telecamere, collocate vicino agli strumenti per
la rilevazione delle presenze per la timbratura dei cartelli.

 

 

Le riprese hanno consentito ai finanzieri
di monitorare sia la rilevazione delle presenze del personale che i movimenti.
Questi, oltre alla condanna per il reato commesso, potranno essere chiamati
a risarcire il danno patrimoniale, pari al compenso corrisposto a titolo
di retribuzione nei periodi per i quali sia accertata la mancata
prestazione, oltre che il danno all’immagine subita dall’amministrazione
pubblica. Mi siano concessi alcuni dubbi su questi provvedimenti.

 

 

Già nel 2014 furono proiettate nell’aula di
giustizia pugliese le immagini delle
microcamere nascoste in cui evidenziavano i furbetti del cartellino. Sii
scorgevano le addette alle pulizie che strisciavano i badge altrui nella
macchinetta marcatempo, all’ingresso di una delle sedi della Asl. Ma anche
medici, infermieri, tecnici, fisioterapisti che dopo aver timbrato il
cartellino si recavano a casa, a fare la spesa al discount, ad accompagnare i
bambini a scuola.

  

Per quei fatti 36
dipendenti pubblici sono stati condannati in primo grado, nel giugno scorso, a
pene comprese tra sei mesi e tre anni: le accuse formulate dal pm sono a vario
titolo: truffa in danno dello Stato e violazione del decreto Brunetta. Inizialmente
erano 48 gli imputati. Sono tutti ancora in servizio presso la stessa azienda
sanitaria. Anche coloro i quali sono stati ritenuti assenteisti. Uno di essi,
un oculista, ha ottenuto perfino una progressione di carriera. Uno scatto in
avanti previsto dal contratto nazionale del lavoro: atto dovuto che non è stato
possibile evitare, a quanto si è appreso dalla direzione generale Asl, proprio
perché per i lavoratori in questione non c’è stato alcun provvedimento
punitivo.

  

Così vanno le cose in
Italia, forse anche altrove Viene attribuito dal giudice un rilievo di maggiore
gravità ai medici coinvolti, a uno dei quali, un odontoiatra, è toccata la pena
massima inflitta: tre anni di reclusione. In quanto i dirigenti avrebbero
dovuto controllare, a quanto è riportato, il rispetto delle regole da parte dei
sottoposti. E avrebbero dovuto dare l’esempio. Tutti, poi, sottraendo ore che
avrebbero dovuto essere di esclusiva proprietà del datore di lavoro, avrebbero
provocato all’Azienda sanitaria locale, quindi a una pubblica amministrazione,
un danno patrimoniale e d’immagine.  Per
altro il fatto che non fosse emersa durante il dibattimento la prova di
conseguenze dirette nella qualità del servizio, non avrebbe avuto alcun valore
riguardo le contestazioni per cui si è proceduto: la truffa e le irregolarità
nell’utilizzo del cartellino marcatempo. I legali degli imputati hanno messo in
atto la loro difesa in appello. Nel frattempo nulla è cambiato. I furbetti del
cartellino continuano il loro lavoro. Si spera che per i nuovi fatti, siano
applicate le ultime disposizioni previste dalla riforma Madia, che prevede una
linea durissima, ancor di più rispetto al passato, per i cosiddetti “furbetti
del cartellino”.  
Si spera.

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