Educare, un compito difficile

Educare, un compito difficile

Pensaci Su…
2015-02-07 08:54:06

Difficile non è tanto fare il genitore, ma educare i figli a conseguire certi valori attraverso il dialogo, le proposte, la forza del buon esempio. Merita una certa attenzione in famiglia lo stile educativo. Ne conosco alcuni
Difficile non è tanto fare il genitore, ma educare i figli a
conseguire certi valori attraverso il dialogo, le proposte, la forza del buon
esempio. Merita una certa attenzione in famiglia lo stile educativo. Ne conosco
alcuni. Avvicino da molti anni famiglie
diverse, osservo spesso come sono “costruite”, quali sono i comportamenti
presenti nel nucleo famigliare. Mi è stato possibile quindi cogliere alcune
dimensioni fondamentali del modo in cui il genitore esercita le proprie
caratteristiche educative. Ho individuato alcuni modi d’intervenire sui figli
che meritano rilievo, approfondimento, conoscenza. Nelle famiglie sono presenti
stili educativi anche opposti. Vediamoli insieme. La coppia impreparata o
divisa passa dal permissivismo alla severità. Lascia ai figli la massima
libertà o meglio libertinaggio, tende a stabilire alcune regole di
comportamento e quando il figlio trasgredisce, magari con comportamenti di
grave irresponsabilità, interviene duramente e con autoritarismo.

  

Non
meno pericoloso è il genitore che passa dalla sollecitudine verso il figlio
all’ostilità, cambiamento possibile, nel passaggio dalla seconda infanzia
all’adolescenza. Il bambino gode d’eccessive premure, mentre l’adolescente di
esagerate ostilità, aggressività. Vi
sono poi genitori preparati e con un’ottima chiarezza espositiva, sanno
spiegare al figlio le loro scelte educative e si attendono dal figlio
comportamenti elevati, maturi. È molto diffuso anche lo stile permissivo, forse
il più tollerato e pericoloso che espone i nostri ragazzi al disordine, a
disattendere alle regole fondamentali di convivenza. Incapacità di avere polso
o illusione che evitando scogli la navigazione sia più tranquilla. Senza
argini, è bello: questa è una moda che piace. L’educazione senza paletti,
quindi senza regole, è adottata da quei genitori che esercitano uno scarso
controllo sul figlio. Il rapporto con lui è affettuoso e comunicativo, anche se
il modello di vita propostogli è basato sulle esteriorità, il divertimento, il
sogno di una vita senza redini. I genitori affezionati a questo stile
permissivo sono quelli che non vogliono impegnarsi nell’educazione del figlio.

 

 

Spesso sono loro a scimmiottare certi modelli
di comportamento immaturo, non possono quindi esigere dal figlio la maturità
che ancora non ha. Il permissivismo educativo è la causa d’alcune trasgressioni
o devianze: la droga, la delinquenza. Provengono dal permissivismo molte crisi
esistenziali che si manifestano nei ragazzi e giovani in diversi modi. La noia
è diffusissima tra i giovani che provengono da famiglie permissive, dove il
“tutto e subito” ha sostituito la fatica, il sacrificio per conseguire un
diploma, una laurea, una professione. La passività poi sta in compagnia della
noia. I ragazzi cresciuti in famiglie permissive e con il “sedere nel burro”,
pretendono tutto, si lamentano, minacciano persino i genitori se gli negano
qualcosa. Lo stile educativo permissivo condanna il figlio ad essere bamboccio che
partecipa alla vita come se fosse un gioco o peggio un fescennino.

 

 

Incontro spesso anche famiglie belle, solide,
solari.  Genitori autorevoli che
esercitano sul figlio un buon controllo, hanno un rapporto affettuoso e
comunicativo e si aspettano da lui un comportamento maturo. Lo stile
autorevole, infatti, è efficace, riserva al figlio affetto, alcune regole da
osservare e quegli stimoli necessari che lo mettono in salita. Il genitore autorevole
è un educatore saggio e prudente. Nello zaino dell’educatore si trovano risorse
e valori preziosi da capitalizzare. E sono: la capacità d’insistere perché il
comportamento del figlio sia corretto ed esprima, tra gli amici, intelligenza,
bontà e fermezza nei propri principi morali; la disponibilità che permette al
figlio di accogliere in sé il genitore come un modello, non tanto da imitare
quanto da apprezzare e con cui confrontarsi durante la crescita; l’esempio, in
virtù del quale il figlio accoglie con serenità le proposte dei genitori,
assumendone gli insegnamenti. 

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